La manodopera rappresenta uno dei costi più elevati per i produttori ortofrutticoli, mettendo a rischio la competitività delle aziende del settore. Questo è quanto emerge dallo studio “Valori in campo: un prezzo equo per l’orticoltura”, condotto dal Consorzio Agribologna.

La ricerca, che ha coinvolto 17 aziende orticole emiliano-romagnole su un totale di 485 ettari coltivati, ha messo in luce come la manodopera incida significativamente sui costi di produzione. Le cifre parlano chiaro: dal 42% al 47% per il cetriolo, dal 27% al 34% per la lattuga Gentile, dal 21% al 28% per la Romana, dal 21% al 31% per la Trocadero, dal 37% al 41% per la melanzana, dal 38% al 53% per la zucchina scura e dal 55% al 58% per quella chiara. La maggior parte di questi costi è attribuita alla fase di raccolta e confezionamento, piuttosto che alla coltivazione.

La ricerca è stata condotta con 1.600 ore di rilievi nei campi e nei magazzini delle aziende partecipanti, utilizzando personale tecnico interno alla cooperativa e supervisionata metodologicamente dall’Università di Bologna. Partendo dal costo orario legale dell’Emilia-Romagna (13,31 euro), sono stati classificati i prodotti in quattro categorie di qualità: extra, prima qualità senza difetti, prima qualità con lievi difetti e seconda qualità. Il costo totale di produzione è stato poi maggiorato dell’8% per l’utile d’impresa.

Agribologna e l’Università di Bologna hanno confrontato questi costi medi di produzione con i prezzi medi all’ingrosso, evidenziando che i soci orticoltori, pur operando nella legalità, si trovano spesso a confrontarsi con quotazioni di mercato non sostenibili.

“Misurare l’efficienza delle aziende agricole e la redditività generata è essenziale per il futuro del settore”, ha dichiarato Lauro Guidi, presidente di Agribologna. La ricerca ha inoltre rilevato un cambiamento nella forza lavoro, con una diminuzione delle tradizionali famiglie coltivatrici e un aumento dei dipendenti salariati, che rappresentano il 59% della forza lavoro, di cui solo il 7% è italiano.

Marco Candini, responsabile qualità, ricerca e sviluppo di Agribologna, ha sottolineato l’importanza di favorire la collaborazione tra le imprese agricole e la diffusione dell’innovazione per sostenere la competitività. “Abbiamo acquisito un bagaglio di conoscenze che può favorire la collaborazione tra le imprese e la diffusione dell’innovazione in una rete organizzativa”, ha detto Candini.

Il Consorzio Agribologna conclude che i prezzi dei prodotti ortofrutticoli dovrebbero tenere conto di tutte le variabili di costo per evitare di mettere a rischio non solo la competitività delle imprese, ma anche la sopravvivenza di tipicità ed eccellenze locali, come la zucchina chiara di Bologna o la melanzana tonda.

“Qualità totale significa dare valore al prodotto in ogni fase, dalla coltivazione alla distribuzione”, ha aggiunto Giorgia Morara, responsabile assicurazione qualità di Agribologna. Luigi Vannini, professore ordinario di Economia e Politica Agraria e curatore della ricerca, ha concluso: “La nostra orticoltura deve perseguire l’eccellenza qualitativa, il legame con i territori e contenuti distintivi chiari e riconosciuti per sostenere un’equa individuazione del prezzo”.

In un contesto sempre più competitivo, la valorizzazione dei prodotti ortofrutticoli e la garanzia di un prezzo equo sono cruciali per la sostenibilità economica e la preservazione delle eccellenze agricole italiane.