I mercati all’ingrosso agroalimentari in Italia sono a un bivio. Con 137 strutture distribuite lungo tutta la penisola, il sistema attuale è frammentato e inefficiente rispetto agli standard europei. Italmercati, la rete che raggruppa 22 delle principali strutture mercatali italiane, insieme a ISMEA, ha delineato una visione prospettica chiara: è necessario un cambio di paradigma per trasformare questi mercati in hub multifunzionali, moderni ed efficienti.

Durante un evento tenutosi presso la sede del CNEL a Roma, Italmercati ha sottolineato l’importanza di riorganizzare i mercati all’ingrosso, riducendone il numero e migliorandone le strutture. Questo processo di razionalizzazione mira a creare mercati più grandi e sinergici, capaci di offrire una gamma di servizi aggiuntivi, dalla tracciabilità dei prodotti alla sicurezza igienico-sanitaria, valorizzando le produzioni locali e stagionali.

L’indagine di ISMEA ha evidenziato che i mercati all’ingrosso italiani gestiscono circa il 50% dell’offerta ortofrutticola nazionale, il 33% di quella ittica e il 10% delle carni. Tuttavia, questi dati risultano inferiori rispetto a quelli di altri paesi europei, indicando un potenziale inespresso. Maria Chiara Zaganelli, Direttore Generale di ISMEA, ha sottolineato come i mercati all’ingrosso possano giocare un ruolo chiave nel riequilibrio della distribuzione del valore lungo la filiera agroalimentare, specialmente in un contesto economico difficile per le imprese agricole.

I mercati aderenti a Italmercati generano un giro d’affari di 115 milioni di euro, che sale a 11 miliardi considerando le attività delle 4.000 realtà economiche operative al loro interno. La posizione strategica di questi mercati, spesso vicini a snodi logistici cruciali come autostrade, aeroporti e porti, li rende fondamentali per l’efficienza della filiera logistica. Inoltre, molti di essi operano all’interno di distretti agroalimentari di qualità riconosciuta, rafforzando il legame con il settore primario.

La sostenibilità è un altro aspetto centrale per Italmercati, con il 60% delle strutture che ha investito in impianti di energia rinnovabile, finanziati in parte dal PNRR. L’obiettivo è arrivare, entro il 2026, a una quota di energia autoprodotta pari a quasi la metà del fabbisogno totale. Inoltre, la lotta agli sprechi è rafforzata attraverso il recupero dei prodotti invenduti e donazioni a enti caritatevoli.

Il presidente di Italmercati, Fabio Massimo Pallottini, ha proposto di creare un network per condividere le politiche di settore a livello regionale e nazionale, rafforzare il ruolo dei mercati nella filiera e aprire un tavolo di lavoro sulla logistica. Questo approccio mira a superare la frammentazione attuale e a lavorare in sinergia per un sistema più efficace ed efficiente.

In conclusione, la riorganizzazione dei mercati all’ingrosso rappresenta una sfida cruciale per il futuro dell’agroalimentare italiano. Con il sostegno delle istituzioni e un investimento strategico nelle strutture, questi mercati possono diventare veri e propri hub multifunzionali, capaci di sostenere l’economia agricola e migliorare l’efficienza della filiera. Come ha sottolineato il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, è essenziale che le risorse stanziate siano utilizzate per rafforzare le sinergie tra gli attori della filiera e rendere il sistema logistico più efficiente. Solo così i mercati all’ingrosso potranno svolgere un ruolo di primo piano nel garantire una distribuzione equa e sostenibile del valore lungo la filiera agroalimentare.